Questa pietra fu scoperta per la prima volta sul Vesuvio, in piccoli cristalli perfetti, alla fine del ‘700. E’ conosciuta anche con il nome di idocrasio, il colore varia: può essere rosso, giallo, verde, bruno o porpora), causate da impurità e dalla differente proporzione di elementi presenti nella sua composizione. Queste differenze di tonalità danno origine a differenti varietà, di cui la più frequente è la californite verde (o “Giada della California”). Altre varietà sono la xanite, che forma cristalli trasparenti di colore giallo o marrone, oppure il ciprino con colorazioni tra l’azzurro chiaro e l’azzurro verdognolo.
A causa di queste differenti possibilità, le vesuvianiti possono essere confuse con altri tipi di pietre, come il granato demantoide, l’epidoto, la tormalina, il quarzo affumicato o l’olivina. Generalmente si presenta in forma di aggregati massivi con tessitura fibrosa o a masse compatte, tuttavia gli esemplari più belli sono grandi cristalli prismatici. Possiede una struttura essenzialmente identica a quella dei granati, cristallizzando nel sistema tetragonale in prismi molto ben formati. E’ tipica delle rocce dolomitiche con alto contenuto di carbonato magnesico, ma è anche possibile trovarla associata ad altri minerali, in giacimenti di rocce ultramafiche.
Ha una durezza 6,5 nella scala di Mohs, quindi non particolarmente alta e anche per questo la vesuvianite viene raramente utilizzata in gioielleria: nel caso può essere tagliata a cabochon, a gradini, brillante o composito. Riguardo la provenienza, gli Stati Uniti per le varietà di colore verde, la Norvegia invece su quelle blu/azzurre. Altri luoghi sono appunto l’Italia, l’Austria, la Svizzera, il Canada, la Russia, il Brasile, il Messico e il Pakistan.