Il granato grossularia presenta una vasta gamma di tonalità, che vanno dall’incolore fino quasi al nero (passando per il giallo e il verde), anche se quelle comuni sono quelle arancio. Il suo nome deriva dai frutti dell’uva spina, la cui tonalità verdastra assomiglia ai primi esemplari di questo granato. La lucentezza varia da vitrea a resinosa. La durezza è 7 – 7 e 1/2 nella scala di Mohs.
I cristalli di grossularia, che possono essere anche di notevoli dimensioni e bellezza, si formano generalmente per metamorfismo, ossia in base ai mutamenti che le rocce subiscono a causa delle variazioni di temperatura e pressioni. La grossularia, generalmente, presenta cristalli dodecaedrici, ma possono anche trovarsene più rari a ventiquattro facce o addirittura con quarantotto.
Solo alcune varietà hanno un uso gemmologico, in particolare l’essonite, conosciuta anche come “pietra cannella“, a causa delle colorazioni rosso scure, che può presentare inclusioni di calcite o apatite: la migliore si trova nelle rocce metamorfiche o nelle ghiaie gemmifere come quelle dello Sri Lanka. Nell’antichità l’essonite era usata raramente anche se si trova nelle Alpi. Si può tagliare a brillante o con taglio composito.
Altre varietà sono il leucogranato (che ha cristalli trasparenti) la tsavorite, di colore verde (che può essere confusa con lo smeraldo): questa può contenere inclusioni di magnetite e può trovarsi in alcune zone dell’Africa (Kenya, Sud Africa); infine vi è la rosolite, varietà di grossularia dalle tonalità rosate o rossicce.
I giacimenti più importanti di queste pietre, oltre alle zone già menzionate, si trovano in Canada, Russia, Stati Uniti, Cina, Messico, Brasile, Pakistam Spagna e Italia.
