In Sud Africa, durante il XIX° secolo convivevano, seppur con difficoltà, due differenti comunità di origine europea, gli inglesi e i boeri. I boeri erano i discendenti dei primi colonizzatori europei (di origine olandese) che poi, con l’arrivo degli inglesi (il cui possesso inizia formalmente nel settembre 1795), si erano ritirati sempre più nelle pianure interne del Sud Africa, in cerca di pascoli e terreni per le coltivazioni, sottraendole con la forza anche ai nativi. I britannici invece gestivano le zone più vicine alla costa, che avevano colonizzato e che rappresentava una base importante nel loro impero.
Nel 1866 avviene un fatto che cambia, enormemente, la situazione di quell’area geografica del mondo: vengono trovati i diamanti. Il primo lo raccoglie, in quell’anno, un bambino boero di 5 anni, che lo vede nel fiume Orange mentre gioca. Questo affascinante grosso sasso è in realtà una pietra di 22.5 carati: dopo che ne viene compresa la natura, gli viene dato il nome significativo di “Eureka”, ritrovamento tanto sensazionale che lo portano all’esposizione di Parigi nel 1867.
Tra il 1867 e il 1871 in Sud Africa a Hopetown, Nothern Cape e nelle zone di Colesberg Kopie, vengono scoperti altri grandi giacimenti diamantiferi. Si scatena pertanto una febbre diamantifera, una caccia analoga alla “febbre dell’oro” in America, dall’Europa iniziano così ad arrivare cercatori, avventurieri e commercianti innescando, nel giro di brevissimo tempo, una situazione caotica e un forte incremento demografico della zona. Anche i contadini, spesso, iniziano a lasciare il lavoro dei campi, abbandonano le proprie coltivazioni per mettersi a scavare alla ricerca del sogno di rinvenire grossi diamanti: il fatto determina un cambiamento economico che dura tuttora, si passa da un’economia prettamente rurale di quell’area ad una trasformazione industriale, che arriva fino ad oggi.
Nascono decine di insediamenti di cercatori, che poi diventano centri economici e infine città: una di queste è Kimberley, fondata nel 1870, che comprendeva centinaia di miniere scavate, anche di dimensioni molto estese. La più grossa, il “Big Hole” era un imbuto con una circonferenza di 1,5 km. Centinaia di scavi avvenivano in condotti di Kimberlite (che prende il nome dalla città), un tipo di roccia ultrabasica entro la quale affiorano i diamanti. Altri diamanti, come per il primo, erano cercati e trovati nei depositi alluvionali presso alcuni fiumi come l’Orange e il Vaal (come avvenuto appunto per l'”Eureka”), nelle zone dei boeri.
Dall’estrazione e dal commercio di queste inestimabili pietre preziose, nascono enormi imperi economici, come ad esempio quello della celeberrima società De Beers, che riuscì a controllare tutte le miniere di Kimberley. Dall’altro lato, però, il ritrovamento dei diamanti, dell’oro e di altri metalli, fu concausa per due terribili conflitti, le due guerre anglo-boere, che si ebbero fra il 1880-1881 (la prima), e tra il 1899 e il 1902 (la seconda), appunto fra l’efficiente esercito inglese e quello più estemporaneo, ma agguerrito, dei contadini boeri.
